Il lupo non permetteva a nessuno di seppellire la sua giovane padrona

Anna era una ragazza come tante, nata in un piccolo villaggio circondato dai boschi. Fin da bambina aveva un dono speciale: gli animali la capivano. Un giorno, tornando da scuola, trovò un cucciolo di lupo ferito.

Lo prese in braccio, lo portò a casa e curò la sua zampa con dolcezza. I vicini la giudicarono folle — “Un lupo in casa di una bambina!” — ma Anna non se ne curò.

Gli anni passarono e il cucciolo diventò un lupo grande e forte. Non lasciava mai Anna, la seguiva ovunque: al fiume, nei campi, persino al mercato. Gli abitanti del villaggio finirono per abituarsi, anche se il suo sguardo selvaggio li metteva a disagio.

Un inverno, Anna si ammalò gravemente. I medici non poterono fare nulla. Una mattina la trovarono senza vita, e accanto a lei, immobile, c’era il lupo. Quando provarono ad avvicinarsi, l’animale si mise tra loro e la ragazza, mostrando i denti. Nessuno osò entrare.

Per tre giorni restò così, senza mangiare né bere. Si sdraiava vicino a lei come per proteggerla ancora. Alcuni pensarono fosse posseduto, ma il vecchio prete del villaggio disse soltanto: “Lasciatelo. È il suo guardiano. Sa quando è il momento di dirle addio.”

Il quarto giorno, il lupo uscì, alzò il muso al cielo e ululò a lungo. Poi tornò, si distese accanto a lei e lasciò entrare gli uomini. Quando portarono via la bara, il lupo la seguì fino al cimitero. Si sedette accanto alla tomba e rimase lì fino al tramonto.

Da allora, nelle notti più fredde, si dice che un ululato solitario risuoni nel bosco: il richiamo eterno del lupo che veglia sulla sua amata Anna.

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