L’auto sospesa sull’abisso

L’auto tremava come se fosse viva. Il metallo gemeva sotto il suo stesso peso, e la carrozzeria si inclinava lentamente in avanti.

La ghiaia scivolava dalle ruote, cadendo nel vuoto. Ogni suono sembrava un avvertimento. Il conducente stringeva il volante con forza, il cuore in gola.

— Vai, Baks! Scappa! — gridò al suo cane.

Ma il golden retriever non si mosse. Rimase fermo, le orecchie abbassate, lo sguardo fisso sul suo padrone. Il vento fischiava, la terra tremava. Poi, improvvisamente, il cane fece qualcosa di incredibile.

Baks corse verso il retro del pick-up rosso e afferrò con i denti una cinghia caduta a terra. Tirò con tutte le sue forze, scivolando sulla ghiaia ma senza mollare.

Il conducente vide l’auto oscillare e arretrare appena, abbastanza perché le ruote anteriori trovassero un piccolo appoggio sulla roccia.

— Baks… — sussurrò l’uomo.

Si mosse lentamente, evitando gesti bruschi, e si arrampicò fuori dal finestrino. Ogni passo faceva scricchiolare il metallo. Il vento gli sferzava il viso, portando via polvere e sudore.

Arrivato sul tetto, tese la mano — e Baks saltò verso di lui. Le loro dita e zampe si toccarono per un istante, ma fu sufficiente. L’uomo afferrò la sporgenza della roccia e si tirò su.

Sfinito, crollò a terra e abbracciò il suo cane. Baks ansimava, gli occhi lucidi. Dietro di loro, un tonfo — l’auto cadeva nell’abisso.

Rimasero seduti a lungo, in silenzio. Il sole calava dietro le montagne. L’uomo capì che il suo cane non era solo un animale, ma un amico che lo aveva salvato per amore.

Più tardi disse ai soccorritori:
— Ho sempre pensato di averlo salvato quando l’ho adottato. Ora so che è stato lui a salvare me.

Baks posò la testa sulle sue ginocchia, guardando l’orizzonte. Il tramonto li avvolse entrambi, in una luce di gratitudine e amicizia eterna.

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