Quel giorno, la famiglia Morel aveva deciso di vivere un’esperienza memorabile. Avevano promesso alla loro figlia Emma di visitare il famoso zoo interattivo di cui tutti parlavano. Lì, i bambini potevano toccare e nutrire gli animali, non solo guardarli da lontano.
Emma entrò correndo, piena di entusiasmo.
— Mamma, guarda! Quel pavone ha i colori dell’arcobaleno!
— Papà, possiamo prendere un coniglio? Quello lì mi ha fatto l’occhiolino!

I genitori sorridevano, felici di vederla così.
Davanti alla vasca delle lontre, Emma si immobilizzò. Una lontra si avvicinò al bordo, come se fosse attirata da lei. Emma si accovacciò e tese la mano. La lontra poggiò la zampetta sulle sue dita e strofinò il capo bagnato contro il suo ginocchio. Molti visitatori si fermarono ad ammirare quella scena dolcissima.
All’improvviso però, il comportamento dell’animale cambiò. La lontra cominciò a nuotare nervosamente, tornava da Emma, le toccava il ventre, si allontanava e poi tornava ancora, emettendo piccoli gemiti preoccupati.
— Avrà solo voglia di giocare, disse il padre.
Mentre si allontanavano, un dipendente del parco si avvicinò.
— Mi scusi… vostra figlia era con Luna, vero?
— Sì, è adorabile! rispose la madre.

L’uomo sospirò.
— Non voglio allarmarvi, ma dovreste far visitare Emma da un medico il prima possibile.
— Perché? La lontra è malata? chiesero i genitori, agitati.
— No, ma Luna è… particolare. Negli ultimi cinque anni ha mostrato lo stesso comportamento con bambini che poi si sono rivelati malati. Riesce a percepire ciò che noi non possiamo.
Difficile crederci, ma la serietà del custode li convinse a non ignorare il consiglio.

Il giorno seguente andarono in ospedale.
— Avete fatto la scelta giusta, dissero i medici. La malattia è in fase iniziale e possiamo intervenire subito.
Settimane dopo, Emma tornò dalla sua piccola salvatrice:
— Grazie, Luna. 💙🦦