Quando la terra smise di tremare, Thomas restò immobile davanti alla porta. La sua vecchia fattoria, che aveva resistito a tante tempeste, sembrava ora inclinata, ferita.
Le galline scappavano, la mucca muggiva. Ma al centro del cortile, la terra si era aperta, rivelando un piccolo tunnel.
Con la lanterna in mano, Thomas si avvicinò. L’aria che ne usciva era fredda, e le pareti erano lisce, come scavate con precisione. Chiamò, ma nessuno rispose. Allora legò una corda attorno alla vita e si calò dentro.

Il passaggio scendeva lentamente, finché non raggiunse una piccola cavità. Lì, mezzo sepolto nel terreno, c’era un oggetto metallico che emanava una luce blu tenue.
Sembrava pulsare, vivo. Quando lo toccò, sentì calore, come se sotto la superficie ci fosse un cuore.
Improvvisamente la lanterna si spense. L’oggetto cominciò a brillare più forte, e davanti a lui apparve una figura, fatta di luce e ombra. Non parlava, ma Thomas percepì immagini: distruzione, poi rinascita, vita che torna alla terra. Un messaggio muto, antico come il mondo.

Quando risalì, il sole stava sorgendo. Poco dopo, il tunnel crollò. Ma nel punto dove si trovava, spuntarono piante verdi, rigogliose.
I vicini vennero a vedere i danni e rimasero stupiti: la fattoria di Thomas era la meno colpita. Lui rimase in silenzio, guardando i germogli che crescevano. Sapeva che sotto quelle radici dormiva ancora qualcosa.