Era una sera come tante. L’ascensore del vecchio palazzo scricchiolava a ogni piano. Una giovane coppia tornava a casa con la spesa — il marito portava le borse mentre la moglie cercava le chiavi nella borsa.

— Rimarremo di nuovo bloccati, come l’altra volta, disse lei premendo il pulsante “34”.
— Non portare sfortuna, rispose lui con un sorriso stanco.

L’ascensore si mise in moto, poi si fermò bruscamente tra due piani. La luce sfarfallò. Le porte si aprirono… e sulla soglia apparve un enorme orso. Vero.

La donna urlò, l’uomo fece un passo avanti per proteggerla. L’orso entrò lentamente, il suo respiro pesante riempì la cabina. Li guardò, ringhiò piano… e chiuse le porte dietro di sé con la zampa.

— È un incubo, sussurrò lei.
— Non muoverti, le disse lui.

L’orso si alzò sulle zampe posteriori e al collo brillò un collare metallico con una piccola luce lampeggiante. L’ascensore riprese a salire lentamente. L’uomo premette il tasto “stop” — senza risultato.

All’improvviso l’orso si rimise a quattro zampe, annusò le borse e tirò fuori un pezzo di pane. Si sedette tranquillo, tenendolo tra le zampe, e cominciò a sgranocchiarlo con aria soddisfatta.

— Aveva solo fame? mormorò lei stupita.

Un crepitio uscì dall’altoparlante:
— Scusate! È un progetto sperimentale dello zoo. Il nostro orso è scappato dall’ascensore di servizio. Non fate movimenti bruschi, è innocuo.

— Innocuo?! gridò lei.

Ma l’orso alzò lo sguardo e porse il pane alla coppia, come per condividere. L’uomo lo prese, ancora incredulo.

Finalmente, l’ascensore si fermò al 34° piano. L’orso uscì calmo, si voltò verso di loro, annuì e scomparve nel corridoio.

— Non potrai più dire che questo ascensore è noioso, disse lui ridendo.

Lei scoppiò a ridere, tremando per l’adrenalina.

Una voce concluse dall’altoparlante:
— L’orso è uscito dall’edificio. Grazie per la collaborazione. 🐻😱💫

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