Il mattino era tranquillo. L’aria dopo la pioggia sapeva di terra e foglie bagnate. Uscii in giardino per annaffiare i fiori e dare da mangiare al gatto. Tutto sembrava normale, finché, vicino alla staccionata, notai due strane forme tra le foglie cadute.
Sembravano grandi pigne grigie, perfettamente simmetriche. Mi avvicinai, incuriosita, e mi accorsi che si muovevano leggermente… come se respirassero.
Pensai a serpenti o ricci, ma non aveva senso. All’improvviso, una delle “pigne” tremò e cominciò a dispiegarsi. Un piccolo muso, due occhi scuri, e un corpo coperto da placche dure.

Era un armadillo! Non potevo crederci. Poco dopo, anche l’altro si mosse. Due armadilli, vivi, nel mio giardino in Armenia!
Uno di loro si avvicinò alla ciotola del gatto e leccò il latte, mentre l’altro restava indietro, cauto ma curioso. Io rimasi immobile, incantata.
Come erano arrivati lì? Fuggiti da un allevamento privato? Importati illegalmente? Non importava. Davanti a me si stava compiendo un piccolo miracolo della natura.

Dopo pochi minuti si raggomarono di nuovo, scomparendo tra le foglie. Tornò il silenzio.
Il mio vicino non mi credette finché non li vide. Gli esperti confermarono che erano veri armadilli sudamericani, rarissimi in queste zone.
Da quel giorno, ogni mattina guardo vicino alla staccionata. A volte una foglia si muove, e io sorrido. Perché quel giorno ho capito che la natura può sorprenderci quando meno ce l’aspettiamo. 🌿✨