Il miliardario rimase immobile sull’aereo: accanto a lui, la sua ex amante… e due bambini con i suoi occhi

Alexandre Morel, magnate dell’edilizia, aveva costruito la sua vita sulla disciplina e sul controllo. Quella mattina volava da Parigi a Mosca, convinto che nulla potesse sorprenderlo.

Ma due file più avanti vide una donna — e il suo cuore si fermò. Quel profilo, quella ciocca ribelle… Élise. L’amore che aveva lasciato otto anni prima per inseguire il successo.

Accanto a lei, due bambini ridevano. Avevano gli stessi occhi d’acciaio di Alexandre.

— Élise? — sussurrò.
Lei alzò lo sguardo, calma.
— Buongiorno, Alexandre. Il mondo è davvero piccolo, vero?

— Sono… i tuoi figli?
— I nostri figli, — rispose piano. — Non pensavo che li avresti scoperti così.

Il silenzio si fece pesante. Tutto ciò che aveva voluto dimenticare tornò di colpo.

Una turbolenza scosse l’aereo. Élise posò la mano sulla sua. Quel tocco bastò a riaprire tutte le ferite.

— Perché non me lo hai detto?
— Perché avevi già scelto la tua strada. Io la mia. Non potevo inseguirti con due neonati in braccio.

I bambini si addormentarono. Il più piccolo aveva la stessa fossetta. Alexandre sentì un dolore profondo — quello di un padre che scopre troppo tardi.

— Lasciami provare a rimediare, — mormorò.
Lei guardò fuori, pensierosa.
— Puoi provarci, Alexandre. Ma non per te. Per loro.

Il jet toccò terra, e per la prima volta, lui non pensò ai contratti… ma a ciò che aveva perso per sempre.

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