Lascialo fuori, capirà

La notte era gelida. Il vento soffiava tra le case, e un piccolo bambino di tre anni, Artiom, stava sul gradino della porta, con addosso solo il pigiama.

Stringeva al petto un vecchio orsetto di peluche. Dietro di lui, la porta si chiuse con un tonfo. La matrigna gridò:

— Lascialo fuori, capirà che bisogna rispettare i grandi.

Poi tutto tornò silenzioso. Artiom bussò alla porta, sussurrando: “Mamma…” Ma la sua vera madre era morta, e il padre era lontano per lavoro. La donna, che lui chiamava “zia”, pretendeva di essere chiamata “mamma”.

La neve cadeva più fitta. Artiom si sedette sul gradino, stringendo l’orsetto. Le sue mani diventavano rigide, ma continuava ad aspettare.

All’alba, una vicina trovò il piccolo corpo coperto di neve, l’orsetto ancora tra le braccia. Il suo viso era calmo, come se dormisse.

I soccorritori arrivarono, ma era troppo tardi. Dentro la casa trovarono una tazza di tè caldo e un piccolo berretto accanto alla porta. Sembrava che qualcuno avesse voluto uscire, ma non avesse avuto il coraggio.

La matrigna era seduta, pallida, tremante. I vicini dissero di aver udito una voce di bambino quella notte: “Perché non mi hai fatto entrare, mamma?”

Pochi giorni dopo, la donna sparì. Nessuno sa dove sia finita. Da allora, la casa rimase vuota. Alcuni dicono che, nelle notti d’inverno, si sentono piccoli passi nella neve, e un orsetto compare davanti alla porta, coperto di brina.
L’inverno, si dice, non perdona mai l’indifferenza.

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