L’idraulico arrivò in una villa fuori città per riparare un rubinetto, e impallidì subito vedendo la sua foto incorniciata di nero

Sergej lavorava come idraulico da più di vent’anni. Aveva visto case di ogni tipo, ma quella villa isolata tra gli alberi gli mise subito i brividi. La strada sterrata conduceva a un cancello arrugginito che si aprì da solo con un cigolio.

All’interno regnava il silenzio. L’aria era umida, impregnata di muffa. Sergej chiamò, ma nessuno rispose. Seguì il suono dell’acqua che gocciolava, salendo le scale.

Nel corridoio vide ritratti antichi, ma uno lo fece gelare: era lui stesso, più giovane, in tuta da lavoro. Sotto il quadro pendeva un nastro nero.

Si avvicinò lentamente. Il cuore gli martellava nel petto. Dietro di lui, un passo leggero. Si voltò — niente.

Provò a uscire, ma la porta era chiusa. L’acqua scorreva più forte, quasi ritmica. Seguendo la luce fioca di una stanza, trovò un vecchio bagno. Il rubinetto era rotto, l’acqua scendeva da un tubo aperto. Sul pavimento, decine di fotografie — tutte sue.

Una voce sussurrò dietro di lui:
– Sei in ritardo, Sergej.

La luce tremolò, poi tutto sprofondò nel buio.

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