Era un martedì qualunque in un grande supermercato della Florida. I clienti facevano la spesa tranquillamente, la musica di sottofondo era rilassante, e tutto sembrava normale… finché un urlo squarciò l’aria dal reparto surgelati.
— «Degli alligatori!» gridò una donna, lasciando cadere il carrello.

Nel giro di pochi istanti, il panico si diffuse. Decine di alligatori, di tutte le dimensioni, entrarono scivolando dalle porte automatiche, sibilando e schioccando le fauci. Alcuni clienti si arrampicarono sugli scaffali, altri corsero verso l’uscita in preda al terrore.
Il pavimento era un disastro: carrelli rovesciati, urla, e il rumore sinistro dei rettili in movimento.
I dipendenti, tremanti, chiamarono subito la polizia. I soccorsi arrivarono rapidamente e usarono gas sedativo per immobilizzare gli animali, portandoli via uno per uno.

Per fortuna nessuno rimase ferito, ma il supermercato era devastato. Tuttavia, la vera sorpresa arrivò con l’indagine: tutto era stato organizzato da un videomaker in cerca di fama.
Aveva noleggiato gli alligatori da un allevamento privato per creare un video “shock” dove i predatori invadevano un supermercato. Tutto doveva essere una messinscena… ma le gabbie non erano fissate bene, e gli animali si liberarono davvero.
Il giovane continuò a filmare, convinto che quella sarebbe stata la sua opera più virale. E lo fu, ma a caro prezzo.

Il video fece milioni di visualizzazioni, ma lui finì in prigione. Ironia della sorte, divenne famoso, ma non nel modo che aveva immaginato.